Secondo una news pubblicata stamane da Gazzetta, circa il 10% dei giocatori di Serie A ha rifiutato di fare il vaccino. Brutta tegola e tanta preoccupazione per la stagione prossima a partire.
La pandemia da Covid19 continua ad oscurare il calcio giocato!
Dopo gli 11 casi di positività riscontrati nel ritiro pre-campionato dello Spezia, l'intera Serie A si chiude quanto e come potrà andare avanti la situazione a circa un mese dall'inizio della nuova stagione.
Secondo le stime, sono ancora tanti i giocatori (circa il 10%) che per scelta hanno deciso di non aderire alla campagna vaccinale e c’è chi chiede si assumano la responsabilità economica della loro scelta.
Ad un mese dal via!
Come riportato da Gazzetta dello Sport:
- Il calcio vuole ripartire per non fermarsi più, quindi pretende sicurezza. Il nuovo protocollo Figc dà indicazioni severe e precise su come limitare e gestire i contagi da coronavirus, ma quanto è accaduto allo Spezia preoccupa.
L’ombra dei no vax del pallone si fa sempre più ingombrante e non è affatto semplice trovare una soluzione. Come noto in Italia non esiste l’obbligo di vaccinazione se non per le categorie che operano in ambito sanitario. Si discute degli insegnanti, di certo i calciatori non rientrano tra i professionisti per cui il governo può intervenire per scongiurare problemi su larga scala. La strada che si continuerà a battere è quella dell’informazione, ma c’è chi suggerisce che i no vax si assumano la responsabilità economica, oltre che morale, delle loro scelte. Al momento la situazione in Serie A è piuttosto buona, ha già ricevuto almeno una dose circa il 90% dei componenti dei gruppi squadra, ma mediamente esistono 2-3 elementi per club ancora non vaccinati. Molti si apprestano a farlo (la Lazio ad esempio è piuttosto indietro, ma il presidente Lotito ha già messo a punto un piano vaccinale di squadra per le prossime settimane), ci sono però alcuni giocatori che non hanno aderito ai primi inviti delle società. La speranza è di convincere tutti prima della partenza del campionato, tra un mese esatto. -
IL PARERE DELLA LEGA SERIE A
Il presidente Dal Pino è sempre stato favorevole ai vaccini, ma per la gestione del percorso è stata lasciata autonomia ai club. Di certo qui, ancor più che in Federcalcio, è chiaro quanto il comportamento di un solo no vax possa pesare a livello economico su una squadra. Se quanto accaduto allo Spezia adesso, con un cluster di undici tesserati partito - stando a quanto dichiarato dal medico sociale - proprio da un no vax, fosse capitato ad ottobre, per il club ligure il danno sarebbe stato decisamente importante. Ed è un aspetto, ovviamente secondario alla salute, su cui i presidenti stanno già discutendo.
I MEDICI DEI CLUB E L’APPELLO DI NANNI
Il fattore economico, da quanto dichiarato dal professor Gianni Nanni, responsabile sanitario del Bologna, potrebbe avere importanza per convincere tutti a vaccinarsi:
"Come medici dei club abbiamo organizzato diversi incontri per spiegare ai giocatori l’importanza dei vaccini per loro stessi, per gli altri e pure per il sistema calcio. È ovvio che dal punto di vista legale non si può obbligare nessuno, ma bisogna fare in modo che chi sceglie di non vaccinarsi ne risponda dal punto di vista morale e anche economico. Che paghino loro le terapie e i medici e rimborsino i club che per la loro scelta sono stati danneggiati! Io sono drastico: siamo di fronte a una pandemia, non un’influenzetta, servono regole speciali ed è ora di tirarle fuori".
L'AIC E LA LETTERA: "VACCINATEVI"
L’Assocalciatori ovviamente è chiamata a tutelare tutti, anche chi non vuole vaccinarsi, ma la sua posizione è molto chiara. Tempo fa ha inviato a tutti i suoi tesserati una lettera firmata dal professor Walter Della Frera in cui si spiegava ai giocatori perché è fondamentale farsi il vaccino. È chiaro che l’Aic sia contraria a qualsiasi forzatura, ma c’è la convinzione che il buon senso alla fine prevarrà.
L'ALLARME DI CASASCO
La situazione no vax è vista malissimo dal presidente della Federazione medici sportivi (Fmsi) Maurizio Casasco:
"Bisogna vaccinare tutti e farlo in fretta, così si avranno meno contagi e quindi meno varianti. Le varianti sono una componente fondamentale che va oltre le ospedalizzazioni, i contagi o le vittime di questa pandemia, anche perché sono molto più veloci dei vaccini. E bisogna anche chiarire che la responsabilità sociale è più importante di quella individuale: se quest’ultima manca, allora dev’essere lo Stato a tutelare la prima. Se non c’è il coraggio di farlo le varianti aumenteranno e avranno effetti sui contagi e sui morti. E questo vale per lo sport come per tutta la società civile".
Comments